Sono stati 9 giorni ricchissimi di attività quelli che hanno visto 50 ragazzi provenienti da Lituania, Italia, Croazia, Portogallo, Spagna e Ungheria confrontarsi col concetto di adattamento profondo. Lo scambio giovanile IDA: Introduction to Deep Adaptation, tenutosi dal 2 al 9 novembre, è stato organizzato dall’associazione culturale spagnola CLASH per trasmettere ai giovani europei il senso di urgenza che circonda la lotta al cambiamento climatico e la necessità di agire insieme, guidati da principi comuni che fanno capo al framework dell’adattamento profondo.
I 50 ragazzi, guidati dall’equipe di facilitatori spagnolo-ungherese e supportati dai rispettivi leader, hanno infatti appreso e messo in pratica le basi dell’adattamento profondo a partire dai quattro concetti fondamentali, ovvero resilienzia (creare sistemi e comunità sociali resilienti), restaurazione (di ecosistemi e risorse naturali), riconciliazione (con la natura), rinuncia (a beni e azioni che rovinano il pianeta). Quello di deep adaptation è un concetto, un’agenda e un movimento sociale internazionale. Si presuppone che gli eventi meteorologici estremi e altri effetti del cambiamento climatico avranno conseguenze sempre più negative sulle risorse alimentari, sull’acqua, gli alloggi, l’energia e i sistemi sociali e governativi. Sono necessarie dunque misure forti per adattarsi al disfacimento degli stili di vita industriali occidentali. Proprio per questo i ragazzi hanno provato su loro stessi alcune rinunce rispetto alla vita “normale”, imparando a risolvere una situazione estrema con un’azione costruttiva e collaborativa. Divisi in gruppi hanno sistemato parti fatiscenti, piantato alberi e fiori, preparato da mangiare e pulito a turno. Tutto questo in un’alternanza di esercizi dai quali hanno imparato e messo in pratica i i valori della deep adaptation. Con giochi di ruolo, hanno dibattuto e messo in atto politiche di salvataggio del pianeta, viste sia dalla parte dei governi che dagli sforzi dei singoli cittadini, per contribuire contribuire in modo sostanziale alla salvaguardia del pianeta.
“Da parte della Fondazione c’è una forte volontà di coinvolgere giovani europei in attività di educazione ambientale – afferma Simone Pagni, coordinatore tecnico-scientifico di FTS-. Purtroppo queste tipologie di azioni, come gli Youth Exchange, hanno subito il duro colpo del Covid-19 e non risultavano mai sostenibili in relazione ai costi nella nostra zona. E’ vero, però, che anche da noi ci sono strutture, come il Cortijo Los Majuelos che ha ospitato i ragazzi di IDA, che potremmo valorizzare con il coinvolgimento delle amministrazioni locali.”
Le attività succedutesi sono state sia teoriche che pratiche e hanno messo a dura prova i giovani, soprattutto quelli meno abituati alle rinunce, a un rapporto stretto con la natura, alla vita sociale in un ambiente ristretto e condiviso. Non meno importante è stato infatti l’aspetto sociale e interculturale dell’esperienza: oltre ad apprendere i rudimenti della deep adaption, i ragazzi hanno appreso la cultura degli altri Paesi in occasione di tre serate interculturali e durante l’evento per la consegna dei Youth Pass, avvenuta nella piazza centrale della cittadina, davanti ad un pubblico creatosi per l’occasione che è stato coinvolto anche nei balli tradizionali tipici di ogni Paese. Fin dal primo giorno i giovani sono stati incoraggiati a socializzare, aprendosi ad altre culture e lavorando insieme ad obiettivi comuni. Appena arrivato, il gruppo è stato accolto nell’alloggio Cortijo Los Majuelos ed i ragazzi sono stati divisi nei “Vegetable group”, formati da partecipanti di diversa nazionalità, i quali sono poi serviti per assegnare le mansioni: il gruppo della pulizia e il gruppo della cucina. Attraverso attività informali come interveste di coppie e giochi per rompere il ghiaccio, i giovani hanno avuto modo di conoscersi meglio, superare le timidezze e scoprire di più sui propri compagni di viaggio.
Quale modo migliore per immergersi nelle culture altrui, se non attraverso la condivisione di piatti tipici? E’ naturale infatti partire dal cibo quando si tratta di interculturalità, e così i leader dello Youth Exchange hanno guidato i ragazzi in lezioni di cucina nelle quali hanno avuto la possibilità di imparare a cucinare piatti tradizionali. L’attività è iniziata con l’assegnazione ai diversi gruppi di step della ricetta e ingredienti. I partecipanti avevano il compito di completare la propria ricetta e i propri ingredienti, scambiandoli, tramite una negoziazione, con gli altri gruppi. Il risultato dell’attività è stato poi il pranzo che tutti hanno mangiato e condiviso. Sono state organizzate inoltre tre serate interculturali, durante le quali i partecipanti hanno appreso la storia e i costumi di ogni Paese coinvolto, nonché condiviso pietanze tipiche della propria cultura – come il tiramisù per il team italiano.
Durante lo scambio, i giovani hanno anche avuto modo di visitare la città di Cadiz, un’occasione per apprendere usi e costumi della società andalusa, e di recarsi inoltre al Municipio di Las Cabezas de San Juan per un incontro ufficiale col sindaco. Un progetto davvero ricco di momenti di crescita per i ragazzi che vi hanno partecipato, non solo per l’ampliamento delle proprie conoscenze e competenze in materia ambientale, ma per l’importante lezione di ascolto, unione, collaborazione e rispetto dell’altro.
“I ragazzi della Fondazione sono tornati a casa con un livello di maturità e consapevolezza che prima non avevano. Questo Youth Exchange ha riacceso in noi la voglia di organizzarne uno in Toscana – spiega Carla Sabatini, project manager di FTS -. E’ dal 2019 con I Love EU che Fondazione Toscana Sostenibile non organizza uno scambio giovanile. Lo sforzo è tanto, ma purtroppo il periodo della pandemia ha giocato un brutto scherzo a tutto il settore, e molte cose sono cambiate. Partecipare al progetto IDA, però, ci ha insegnato che con la collaborazione dei partner è possibile farlo – conclude la coordinatrice -; il format messo in pratica dal nostro partner Fernando è sicuramente una grande fonte di ispirazione per il nostro team, e dopo anni di fermo come organizzatori di YE Erasmus+ speriamo di poter presto annunciare qualche novità in ambito giovanile. Stay tuned!”