Nuova Direttiva qualità aria: Parere

Parere del Comitato Economico e Sociale (CESE) della UE sulla Proposta di Direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. Per una analisi della proposta di Direttiva vedi il post sul mio blog.

Il Parere accoglie con grande favore la proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria ambiente. Il Comitato raccomanda di allineare pienamente le norme dell’UE in materia di qualità dell’aria (anche per l’ozono, sotto forma di valori limite) con gli orientamenti globali aggiornati sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) al più tardi entro il 2030, e di definire un solido quadro di sostegno, basato su valori limite, meccanismi di applicazione e norme di gestione chiare. La riduzione dell’inquinamento atmosferico comporta notevoli benefici collaterali per la mitigazione dei cambiamenti climatici la sicurezza energetica e la biodiversità e rafforza la resilienza delle popolazioni alle pandemie.

Si riportano le parti più significative del Parere anche con riferimento ai limiti della proposta di nuova Direttiva sulla qualità dell’aria.

 

NECESSITÀ DI ACCELERARE SUL RISPETTO DEI LIMITI DEGLI INQUINANTI SECONDO LE ULTIME LINEE GUIDA DELL’OMS

Il CESE accoglie con favore la decisione della Commissione di concentrarsi sul rapporto costi/benefici, ma si rammarica che quest’ultimo, e non gli indicatori relativi al massimo livello di protezione della vita e della salute umana, sia considerato l’indicatore più importante da prendere in considerazione in questa revisione. Ciò ha portato a privilegiare l’opzione strategica I-2 di un «maggiore allineamento» piuttosto che quella di un «pieno allineamento» (opzione I-1). Fatta eccezione per il biossido di azoto, la proposta sembra prevedere un allineamento alle linee guida dell’OMS del 2005 e non alle ultime linee guida pubblicate nel settembre 2021.

Il CESE esorta, entro il più breve termine possibile, a valutare i progressi compiuti e a rivedere gli obiettivi, allineando pienamente le norme dell’UE in materia di qualità dell’aria agli orientamenti aggiornati dell’OMS al più tardi entro il 2030. Tale allineamento dovrebbe essere accompagnato da un solido quadro di sostegno, che preveda valori limite, meccanismi di applicazione e norme di gestione chiare. Peraltro, richiesta già avanzata da Risoluzione del Parlamento UE.

 

VALORI LIMITE E VALORI OBIETTIVO

All’articolo 13 della proposta di nuova Direttiva la Commissione propone di trasformare in «valori limite» quasi tutti gli inquinanti atmosferici attualmente soggetti a «valori obiettivo», ad eccezione dell’ozono, che è ancora coperto dai soli «valori obiettivo». Tale esenzione è giustificata dalle «caratteristiche complesse della sua formazione nell’atmosfera, che complicano il compito di valutare la fattibilità del rispetto di rigorosi valori limite». Secondo il Parere del CES tali valori obiettivo non incentiveranno sufficientemente gli Stati membri e le autorità competenti a ridurre l’ozono troposferico, che è uno dei tre inquinanti più gravi. Esistono soluzioni per ridurre l’ozono tossico. La riduzione dei precursori dell’ozono, come l’NO2, i composti organici volatili (COV) non metanici e le emissioni di metano, contribuirà a far diminuire le concentrazioni di ozono. Il miglioramento delle norme sulle emissioni dei veicoli, la riduzione dell’uso (o il divieto) di solventi, vernici o irroratrici ad elevato tenore di COV, l’effettiva riduzione delle emissioni di metano provenienti dall’energia, dai rifiuti e dall’agricoltura (il principale responsabile) sono soluzioni efficaci per ridurre di conseguenza l’ozono troposferico. Questi ben noti strumenti dovrebbero essere pienamente sfruttati. Il Comitato raccomanda di allineare pienamente le norme dell’UE in materia di ozono, sotto forma di valore limite, agli orientamenti globali dell’OMS sulla qualità dell’aria del 2021.

Tutto questo appare nettamente in contrasto con l’azione di lobby che la Regione Lombardia tramite i propri funzionari volta a trasformare i limiti imposti per legge ai vari inquinanti in semplici valori obiettivo, il che priverebbe di tutela larghe fasce di cittadini, rendendo allo stesso tempo impossibile perseguire le violazioni per via giudiziaria.

Le principali proposte avanzate dalle regioni – che si riflettono negli emendamenti proposti da alcuni parlamentari europei affiliati ai governi regionali in questione – sono di ottenere flessibilità e di eliminare del tutto i limiti di legge per le concentrazioni degli inquinanti dell’aria, ottenendo così un quadro normativo fumoso e ricco di deroghe nell’ambito del quale sia sempre rinviabile un approccio serio al tema della qualità dell’aria in Italia.

Il tentativo, da parte della regione Lombardia, di ostacolare uno sviluppo normativo che renderebbe inevitabili le politiche sino ad oggi omesse è purtroppo in linea con le scelte fatte fino ad oggi, che hanno costantemente promosso la sottovalutazione degli impatti dell’inquinamento sulla salute umana e teso al depotenziamento delle politiche atte a ridurlo (ad esempio favorendo l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico ed ostacolando la circolazione dei veicoli inquinanti).

 

NECESSITÀ DI MISURE CHE FAVORISCONO IL RISPETTO DELLA DIRETTIVA DA PARTE DEI SINGOLI STATI MEMBRI

Purtroppo, la maggior parte degli Stati membri non rispetta ancora le norme dell’UE vigenti in materia e non sta adottando misure efficaci per migliorare la qualità dell’aria, come dimostra il numero di procedure di infrazione in corso. Pertanto, la revisione avrebbe dovuto non solo fissare il giusto livello di ambizione, coerentemente con i dati scientifici, in modo da stimolare altre iniziative decisive, ma anche migliorare le norme di attuazione e applicazione, al fine di assistere e orientare meglio gli Stati membri e le autorità competenti.

 

QUESTIONE OZONO TROPOSFERICO

Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta all’ozono. Secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, ogni anno 24 000 decessi prematuri sono dovuti all’esposizione all’ozono. L’ozono è un inquinante che non è emesso direttamente da fonti primarie. Si forma attraverso una serie di reazioni complesse nell’atmosfera dovute all’energia trasferita alle molecole di biossido di azoto quando assorbono la luce dalla radiazione solare. Gli effetti dell’ozono troposferico (ozono «tossico») sulla salute sono ben noti: recenti ricerche epidemiologiche hanno dimostrato che l’esposizione all’ozono è associata a un aumento della mortalità e della morbilità e a gravi danni alla natura e alle colture. Non sono ancora state adottate azioni efficaci per ridurre rapidamente le emissioni di precursori dell’ozono come il metano, nonostante la recente pubblicazione del relativo piano d’azione dell’UE nell’ambito del Global Methane Pledge (impegno globale sul metano). Tuttavia, il Comitato accoglie con favore l’intenzione di esaminare, nel corso della revisione della direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, nel 2025, la possibilità di includere il metano tra gli inquinanti regolamentati.

All’articolo 13 la Commissione propone di trasformare in «valori limite» quasi tutti gli inquinanti atmosferici attualmente soggetti a «valori obiettivo», ad eccezione dell’ozono, che è ancora coperto dai soli «valori obiettivo». Tale esenzione è giustificata dalle «caratteristiche complesse della sua formazione nell’atmosfera, che complicano il compito di valutare la fattibilità del rispetto di rigorosi valori limite».

Secondo il Comitato, tali valori obiettivo non incentiveranno sufficientemente gli Stati membri e le autorità competenti a ridurre l’ozono troposferico, che è uno dei tre inquinanti più gravi. Esistono soluzioni per ridurre l’ozono tossico. La riduzione dei precursori dell’ozono, come l’NO2, i composti organici volatili (COV) non metanici e le emissioni di metano, contribuirà a far diminuire le concentrazioni di ozono. Il miglioramento delle norme sulle emissioni dei veicoli, la riduzione dell’uso (o il divieto) di solventi, vernici o irroratrici ad elevato tenore di COV, l’effettiva riduzione delle emissioni di metano provenienti dall’energia, dai rifiuti e dall’agricoltura (il principale responsabile) sono soluzioni efficaci per ridurre di conseguenza l’ozono troposferico. Questi ben noti strumenti dovrebbero essere pienamente sfruttati. Il Comitato raccomanda di allineare pienamente le norme dell’UE in materia di ozono, sotto forma di valore limite, agli orientamenti globali dell’OMS sulla qualità dell’aria del 2021.

 

PIÙ SITI DI MONITORAGGIO DELLE POLVERI ULTRAFINI

Oltre alla proposta della Commissione, dovrebbero essere introdotti ulteriori siti di monitoraggio per il particolato ultrafine (Ultra-Fine Particles, UFP), il particolato carbonioso e l’ammoniaca. La densità proposta non è sufficiente per consentire lo sviluppo di studi epidemiologici. La pianificazione dei siti di monitoraggio deve essere effettuata in modo tale che i dati forniti da questi siti siano sufficienti per informare adeguatamente le autorità sanitarie locali sui rischi per la salute derivanti dall’inquinamento a livello locale, compresi gli inquinanti emergenti che destano nuove preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda le popolazioni vulnerabili e le zone fortemente inquinate.

 

AMMONIACA

L’ammoniaca (NH3) è un composto inorganico formato da azoto e idrogeno. Livelli elevati di ammoniaca danneggiano i polmoni e sono causa di mortalità. L’NH3 contribuisce in modo significativo ai livelli eccessivi di PM secondario, deteriora il nostro ambiente e danneggia la biodiversità attraverso l’acidificazione e l’eutrofizzazione. La riduzione dell’ammoniaca può essere conseguita nel settore agroalimentare, in quello dei trasporti su strada e in quello dell’«uso dei solventi e dei prodotti».

Non esistono raccomandazioni dell’OMS riguardanti le concentrazioni di ammoniaca nell’aria ambiente e i loro effetti sulla salute. Tuttavia, l’impatto sulla salute e sull’ambiente è ben documentato, in quanto le emissioni di ammoniaca contribuiscono alla formazione di PM2,5 secondario, per il quale esistono orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria. Gli esperti hanno proposto un livello critico a lungo termine per la vegetazione (piante superiori) pari a 3 μg/m3.

La recente proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) , con il suo obiettivo maggiormente ambizioso di ridurre le emissioni industriali e di estendere l’ambito di applicazione della direttiva alle aziende zootecniche più grandi dell’UE, può contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di ammoniaca in quanto la principale fonte di emissioni di NH3 è l’agricoltura e circa ¾ delle emissioni nell’UE sono causate dalla gestione degli effluenti di allevamento ( Il 76,2 % nel 2020, secondo il quadro operativo nazionale sulle emissioni di inquinanti atmosferici.). Tuttavia, la direttiva sulle emissioni industriali dovrebbe essere attuata in maniera proporzionata ed efficiente sotto il profilo dei costi al fine di scongiurare un ulteriore aumento dei costi di produzione nel settore agroalimentare ( Vedi Parere CES  in pagina 12 NewsAmbiente Novembre 2022-). Per una analisi della proposta di revisione della Direttiva IED vedi nel mio blog.

TESTO PARERE CES:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52022AE5604  

 

Osservatorio NewsAmbiente

Osservatorio NewsAmbiente è la rubrica di giurisprudenza ambientale a cura del dott. Marco Grondacci: con cadenza settimanale la Fondazione pubblica novità legislative nazionali ed europee che toccano temi come la gestione delle risorse e dei rifiuti, l'energia e l'inquinamento.

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